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Ero No Green Pass, ma ho cambiato idea.

Credo che il Green Pass sia uno strumento meraviglioso: ha saputo riunire gli ideali dei maggiori partiti italiani…in uno stesso cassonetto dell’indifferenziata. Se pensiamo al centrodestra, non possiamo che partire dall’ideale di libertà personale, dall’autodeterminazione dell’individuo, a volte in contrasto col rigore dello Stato; se ci riferiamo al centrosinistra, vengono subito alla mente l’ispirazione proletaria e le battaglie per l’integrazione ed i diritti per il lavoro e l’uguaglianza. Questo straordinario Green Pass è riuscito in un colpo solo a far calare la maschera di ipocrisia sul volto dei partiti al governo, mostrandosi per quello che è veramente: un obbligo vaccinale (neanche troppo velato) che elimina di fatto la libertà di scelta e una patente di iniquità che lascia indenne la maggioranza dei lavoratori italiani ma si accanisce con un 20%, rendendo loro impossibile continuare, a suon di tamponi da 15 Euro ogni due giorni (a meno di non essere benestanti, con ulteriore discriminazione). Inutile ribadire quanti punti della Costituzione siano stati massacrati (pure il diritto all’istruzione).

Tutti stavolta hanno perso la faccia (che sia caduta con la maschera?)
Che dire poi dei sindacati e dello spauracchio fascista? Dopo l’assalto alla Cigl ci si è chiesto se un partito politico che ha lo 0,.% dei votanti fosse di ispirazione fascista e andasse pertanto sciolto come indica la Costituzione: l’unica cosa che manca ai loro militanti forse è il fascio littorio tatuato sulla fronte (perchè probabilmente sarà sotto la camicia) e sono tutti lì dagli anni ’90. Si può andare avanti senza di loro? Come avrebbero fatto i mass media senza qualche movimento “arrembante” da strumentalizzare? Stavolta le loro azioni sono servite a delegittimare le proteste pacifiche dei No Green Pass. E’ chiaro che fa comodo fare di tutta l’erba un “fascio” (mai proverbio fu più appropriato). Ed ecco che, poco dopo l’irruzione alla Cgil, viene organizzata una manifestazione contro tutti i fascismi e pro-lavoro dai sindacati stessi. Ho grande rispetto verso chi ha partecipato, senza però comprendere che il fine ultimo era consolidare l’associazione mentale tra gruppi violenti dell’assalto precedente e i No Green Pass. La retorica dei sindacati sul palco, stavolta mi sembrava più uscita da “1984” di G. Orwell, con la forza del suo bispensiero e i suoi slogan:“la guerra è pace”, “la liberta e schiavitu”, “l’ignoranza è forza”!. Visto quanto hanno fatto i sindacati per evitare tutta questa situazione, ho avuto per un attimo la visione di Landini che a petto in fuori, sul pulpito, gridava lo slogan “la discriminazione è integrazione”.

Ieri poi il presidente Mattarella ha tuonato contro la deriva antiscientifica. Chissà a chi si riferiva, se non ai No Green pass che per forza devono essere fascisti o ignoranti (o entrambi). Non è tollerato avere certe idee, se si possiede il lume della ragione…
Essere No Green pass ormai è un fallimento: “NO” è una negazione, un non accettare qualcosa nella sua essenza, quasi non fosse mai esistito. Invece bisogna accogliere questo Green Pass, così da poterlo respingere. Senza questa patente non avremmo visto sbriciolarsi il muro di ipocrisia di tutti quelli che si proclamano difensori degli interessi di tutti i cittadini.
Ecco perchè ero No Green Pass, ma ho cambiato idea.

Ora sono contro il Green Pass.